Per le aziende, oggi, trattenere i talenti migliori è fondamentale, tanto quanto fidelizzare i clienti. È per questo che l’Employee Retention è ormai uno dei focus principali dei dipartimenti HR, in ogni settore: si tratta del complesso di attività messe in campo per mantenere un livello di motivazione e dunque di soddisfazione costantemente alto tra le risorse umane, per assicurare commitment e fedeltà nei confronti dell’organizzazione.
Il fattore umano prima di tutto
Sì, perché è dimostrato che il fattore umano è essenziale per la competitività aziendale, e oltretutto i costi di ricerca, formazione e avviamento delle nuove risorse sono alti (secondo Great Place to Work, il solo costo del recruiting supera di ben 3 volte la retribuzione della persona da sostituire).
Se tradizionalmente si puntava solo sul fattore economico, oggi la retribuzione è solo una delle leve da utilizzare per migliorare la soddisfazione delle proprie risorse e quindi assicurarsi la loro fedeltà nel tempo. Quali sono gli altri aspetti su cui puntare? Si possono individuare tre macrocategorie: da una parte i benefit non monetari come i servizi di supporto al work-life balance, lo Smart working o il welfare aziendale, dall’altra i percorsi di crescita e formazione, dall’altra ancora, infine, il coinvolgimento nella vita aziendale.
Parola chiave: Engagement
Ed ecco che qui emerge un concetto chiave per il successo aziendale, correlato alla Retention: l’Employee Engagement, ovvero la misura del grado di coinvolgimento dei dipendenti all’interno dell’azienda, che si traduce in una migliore performance professionale e in un aumento di produttività. I dati parlano chiaro: l’engagement è direttamente correlato con l’impegno sul lavoro (che secondo uno studio PwC aumenta del 57%) e aumenta la fedeltà all’azienda, diminuendo in modo sensibile (-87%) la propensione a cercare opportunità di carriera altrove.
I segnali negativi
Tra i compiti del dipartimento HR vi è quello di monitorare il clima interno per cogliere in tempo eventuali segnali di malcontento tra i dipendenti. Tali segnali, preludio ad un eventuale abbandono del posto di lavoro, possono essere:
- La diminuzione della produttività del singolo dipendente
- La scarsa motivazione
- Minore disponibilità alla collaborazione con colleghi e superiori
- La tendenza alla lamentela
- Fattori oggettivi come ritardi ripetuti nell’ingresso o uscite anticipate
Le strategie per migliorare Engagement e Retention
Le aziende, soprattutto quelle più strutturate, mettono in atto tutta una serie di strategie per incrementare l’Engagement e la Retention. Possiamo individuare alcune Best Practices da cui prendere ispirazione:
- Partire dal reward package:
Anche se non preminente, il fattore economico è sicuramente da considerare: l’azienda deve prima di tutto valutare la congruità del reward package che offre ad ogni dipendente, inteso non solo come stipendio ma come insieme delle performance recognition erogate (comprensivo quindi di eventuali premi di produzione, bonus ecc.).
- Migliorare l’employee experience in azienda:
L’obiettivo di un'azienda non può (più) essere rivolto solo ai propri prospect e clienti: è sempre più necessario migliorare anche l’employee experience, l’esperienza dei dipendenti sull’ambiente di lavoro. Occorre cominciare dalla creazione di un ambiente armonico e stimolante, partendo dal luogo fisico (considerando l’ufficio, le aree relax, addirittura la qualità dell’aria e il tipo di illuminazione) e arrivando alle dotazioni tecnologiche. Insomma, bisogna in un certo senso trattare i dipendenti come se fossero clienti.
- Ascoltare i dipendenti
Gli employers di successo sono in grado di raccogliere i feedback dei dipendenti e di ascoltare le loro idee. In che modo? Per le aziende più piccole è sufficiente il rapporto personale, per realtà più strutturate è possibile utilizzare sondaggi e questionari. Alcune organizzazioni organizzano addirittura delle “stay interview” per comprendere le priorità e le esigenze dei propri collaboratori: in questo caso, fanno loro domande come “ti stiamo aiutando a realizzare i tuoi sogni?”, “hai mai pensato di lasciare la compagnia?”, oppure “possiedi abilità che ritieni non vengano sfruttate?”.
- Dare priorità al work-life balance
L’equilibrio tra vita privata e professionale è una necessità sempre più sentita dai lavoratori di qualsiasi settore. Una valida strategia di Employee Retention deve tenerne conto, offrendo soluzioni di Smart Working, telelavoro, asili nido aziendali o servizi sul posto di lavoro.
- Fornire opportunità di crescita
Puntare sulla crescita dei propri collaboratori è un modo di valorizzarli e aumentare la loro soddisfazione. Con corsi di formazione mirati i dipendenti sono messi nella condizione di acquisire nuove conoscenze e competenze utili per la crescita personale e per stare al passo con lo sviluppo tecnologico e le sfide aziendali, e si sentono valorizzati e riconosciuti. Gli avanzamenti di carriera in seno all’azienda sono allo stesso modo sfidanti e motivanti.
Un fattore determinante per ampliare le competenze dei dipendenti e fidelizzarli può essere, ad esempio, prevedere un corso di inglese aziendale. Wall Street English offre corsi di inglese personalizzati in base alle specifiche esigenze della tua azienda, sia in sede, che interamente online:
- Considerare la relocation come ricompensa
Un tempo, essere trasferiti in una diversa sede aziendale, magari all’estero, poteva essere considerato come penalizzante. Oggi, invece, sono sempre di più i dipendenti (soprattutto tra i millennials) che desiderano viaggiare, aprirsi al mondo, fare esperienze nuove all’estero. Ecco perché la relocation, anche temporanea, in una sede estera può essere considerato come ricompensa per un dipendente che ha raggiunto buoni risultati
- Migliorare la comunicazione aziendale
Infine, una efficace comunicazione interna è essenziale per ottimizzare l’Employee Retention. L’azienda deve concentrare i propri sforzi anche nella migliorazione della comunicazione, scegliendo le tecnologie più immediate e valide e delineando precise strategie rivolte non solo all’esterno, ma anche ai propri dipendenti. I quali, in questo modo, possono avere un’idea chiara della mission, della vision e dei valori aziendali.
Non si tratta, ovviamente, di strategie valide universalmente. Sta alla singola azienda trovare la formula giusta per coinvolgere, stimolare e fidelizzare i propri dipendenti, in un modo che sia coerente con la storia aziendale e con le sue caratteristiche uniche.
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