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Le 10 parole in inglese più usate (ed abusate) negli uffici

Pubblicato il 10/05/18 14.46

Le 10 parole in inglese più usate (ed abusate) negli uffici - Wall Street English

L’inglese, si sa, è ormai la lingua del business e della comunicazione professionale. Negli uffici di ogni settore si fa al giorno d’oggi larghissimo uso di termini presi in prestito dall’inglese, e proprio su questo campo si danno battaglia i puristi della lingua italiana e gli anglofili.

Alcuni termini del business sono davvero intraducibili nella nostra lingua se non utilizzando perifrasi, per cui spesso l’uso di parole inglesi è una precisa scelta di chi parla. A volte gli effetti di questo uso esagerato di termini anglofoni sono tanto esasperati da rasentare il comico. Pensa, per esempio, ai neologismi come “brieffare” o “forwardare”, ibridi italiano-inglese che, a ben vedere, non suonano tanto bene nella nostra lingua.

La questione è arrivata da qualche anno agli alti livelli, attirando l’attenzione di organismi autorevoli come l’Accademia della Crusca. “Non vogliamo fare la guerra all’inglese – affermava già nel 2015 il presidente dell’Accademia Claudio Marazzini - ma vogliamo rammentare agli italiani che in molti casi esistono parole italiane utilizzabili, comode e trasparenti. Vogliamo provare a proporle a tutti come possibile alternativa, per promuovere la grande ricchezza lessicale ed espressiva della nostra lingua”. E sul web era partita anche una petizione, contraddistinta dall’hashtag #dilloinitaliano, per invitare i professionisti di ogni settore a scegliere di utilizzare la lingua del Belpaese al posto dei forestierismi dilaganti.

 

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Termini inglesi o “italiano a tutti i costi”? Qualsiasi sia la tua opinione su questo tema, di seguito trovi una rassegna dei 10 termini inglesi più usati (e abusati) all’interno degli uffici italiani. Buona lettura!

  1. Core business  
    Questo termine sta ad indicare l’attività principale che un’azienda svolge allo scopo di produrre utili. Il “core business” identifica lo scopo per cui l’impresa è nata, la sua missione principale, i suoi prodotti o servizi, in definitiva l’impatto che vuole avere sulla realtà circostante.
  2. Mission 
    La mission è l'insieme degli obiettivi a lungo termine dell'azienda, il suo scopo ultimo. Collegato ad essa il mission statement, il "manifesto" che la esplicita e dettaglia.
  3. Vision Il concetto di mission è strettamente collegato a quello di vision, termine inglese che sta ad indicare la proiezione dello scenario futuro immaginato dalla direzione aziendale sulla base dei propri valori, aspirazioni e ideali. I più accaniti puristi della lingua italiana sostengono che entrambi i termini potrebbero essere facilmente sostituiti nella lingua madre aggiungendo una -e, utilizzando quindi "missione" e "visione", in realtà le versioni inglesi hanno sfumature e usi leggermente diversi.
  4. Feedback 
    "Ti ho mandato una mail, mi dai un feedback?", "sono ansioso di conoscere il loro feedback su questa questione": quante volte, in ufficio, ti è capitato di sentire o utilizzare questo termine? Eppure le alternative in italiano, in questo caso, ci sono: per esempio, a seconda del contesto, si potrebbero usare "riscontro, risposta” o “reazione".
  5. Briefing 
    Briefing, altra parola inglese tra le più usate negli uffici di tutto il mondo, deriva dal verbo “to brief“, che significa dare informazioni, riassumere, informare, ragguagliare. Briefing è quindi la riunione operativa in cui vengono impartite istruzioni e affidati compiti per un progetto specifico. Un incontro che è, nella maggior parte dei casi, rapido e sintetico: la radice del verbo, a sua volta, deriva infatti dal latino “brevis”, breve.
  6. Asap 
    Un gruppo particolare di anglicismi è rappresentato dalle abbreviazioni. Il loro uso spesso è effettivamente giustificato dalla necessità di rapidità. Tra le più utilizzate, soprattutto nelle comunicazioni scritte (chat o email) troviamo asap, acronimo di as soon as possible, cioè “al più presto possibile”.
  7. Skill 
    Le skill di una persona sono, semplicemente, le sue abilità e competenze. Nel contesto aziendale il termine è sempre più utilizzato, soprattutto declinato in hard e soft skill. Le prime sono le abilità tecniche, quelle conoscenze indispensabili per operare nel settore di competenza che sono state acquisite e approfondite attraverso studi, specializzazioni ed esperienze sul campo. Le seconde, dette anche “competenze trasversali” o “meta competenze”, sono invece qualità e capacità personali, attinenti alla sfera relazionale e comportamentale: per esempio, l’autonomia, la resistenza allo stress, la flessibilità.
  8. Call 
    Ed eccoci arrivati ad uno degli anglicismi più avversati: la famigerata “call”. Perché, si chiedono molti, non utilizzare l’italiano con “chiamata” o “telefonata”? Eppure, negli uffici italiani ormai la quotidianità vede un uso davvero molto frequente di questo termine, spesso nella locuzione “conference call”, che identifica la chiamata di gruppo condotta attraverso le nuove tecnologie.
  9. Burn out 
    La traduzione italiana della parola “burn out” è “bruciare”, “andare in cortocircuito”: essa viene usata sempre più spesso per descrivere le sensazioni vissute da chi sperimenta uno stato di sovraffaticamento e sfinimento a livello professionale. Se trascurato, esso può sfociare in un vero e proprio esaurimento nervoso.
  10. Deadline 
    La deadline è il “termine ultimo” o la “scadenza improrogabile” per la consegna di un progetto o per la fine di un lavoro. Il fatto che all’interno della parola vi sia un richiamo alla morte, “death”, la dice lunga sull’importanza attribuita alle scadenze negli ambienti professionali, soprattutto in alcuni settori. Rispettare la deadline è  spesso un obbligo imprescindibile, a qualsiasi costo.

Siamo giunti alla fine della nostra rassegna dei termini inglesi più usati negli uffici italiani. La diffusione degli anglicismi è ormai inarrestabile, e secondo i linguisti sta portando addirittura alla nascita di una nuova lingua, l’"itanglese", con un vocabolario fatto di neologismi talora incomprensibili. Come sarà l’italiano del futuro? Time will tell…

 

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Argomenti: Business English